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giovedì 12 febbraio 2015

Amate Sophie Kinsella?

Mi è venuta in mente la più che gettonata Sophie Kinsella ma avrei potuto citare l’italianissima Federica Bosco o molte altre degne interpreti della letteratura femminile. Ciascuna con le sue peculiarità, of course. Non mi addentro in disquisizioni tecniche di genere, voi ed io ci capiamo al volo.
Quello che mi preme, da ghostwriter, è chiarire un aspetto e, chissà, indurre una riflessione.
Capita spesso che aspiranti autrici affermino di volersi ispirare ai libri di queste scrittrici per la propria opera narrativa. Quest’idea si traduce in un diktat, per me o per i colleghi scrittori fantasmi. Colgo, credo bene, il significato della richiesta se c’è un riferimento all’attualità, alla freschezza, all’ironia, al sentimentalismo lieve delle trame e dello stile. E del resto se richiama l’attenzione sensibile, profonda e garbata, al costume.
Mi corre però l’obbligo, morale e professionale, di far presente che Sophie Kinsella, Helen Fielding, Jennifer Weiner, Jenny Colgan, Alessandra Appiano, Federica Bosco e tutte le altre vostre beniamine non sono da scimmiottare e non sono affatto facilmente eguagliabili. E poi perché? Non mettetevi in testa che convincere un editore e scalare le classifiche di vendita in libreria sia affare di poco conto.
Peraltro, come è facile intuire, ci sono già fior di racconti e romanzi etichettati nel filone chick lit dunque sarebbe bene esplorare percorsi meno battuti. Se poi proprio fosse la vostra nicchia giusta lo dirà la storia che avete in testa e l’umorismo con il quale ci si può navigare dentro.

Avendo maturato qualche esperienza in merito, se volete, vi accompagno volentieri via terra, cielo o mare. Che la rosa ironia sia con noi!

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