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giovedì 7 maggio 2015

Dall’idea al romanzo

Una buona storia è il punto di partenza. Che in verità potrebbe essere anche solo un’idea, una traccia, una vaga trama. Si, insomma, la storia si fa buona quando è ben sviluppata, curata e rifinita ma il porto dal quale levare l’ancora è la lampadina che si accende. Lungo il viaggio il lavoro è duro. Dall’idea al romanzo si suda, si ama, si pensa, si corregge, si accorcia, si allunga.
Nel mosaico forme, colori e significato sono in armonia.
L’ambientazione, i personaggi, il linguaggio, la vicenda del romanzo devono felicemente abbracciarsi. La mano del ghost writer non compie magie, fa il suo mestiere con perizia e passione.
Leggo spesso sul web grandi lezioni e consigli su come scrivere un ‘bel’ libro o un avvincente romanzo e trovo che alcune ‘regole’ o suggerimenti di scrittura e contenuti siano anche più che condivisibili e per nulla contestabili. Eppure la perplessità resta. Più che il decalogo del successo dovrebbe esistere quello del valore. Valore della storia e della narrazione, intendo. Credo sia fatto di ingredienti assai meno governabili e divulgabili dei soliti che circolano. Comincerei dal bagaglio umano e culturale all’applicazione costante, passerei da molte letture e da profonde riflessioni, entrerei nei meandri di un processo creativo che è sintesi di talento e lenta elaborazione… e forse non finirei mai di elencare quanti e quali tasselli occorrono per il mosaico.

Questo non vuole affatto scoraggiare. Anzi. se mai è quello che rinnova ogni giorno il mio impegno e non mi fa mai, ripeto mai, mollare timone, bussola, carte nautiche, cuore aperto, cervello attivo.

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