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mercoledì 27 maggio 2015

Pathos narrativo

Ci potrei andare a nozze, con il pathos narrativo.
Eppure talvolta bisogna azionare il freno o, almeno, dosare l’accelerata. La potenza drammatica e la tensione passionale di una trama o di un personaggio ha bisogno di realismo. Spesso mi capita di farlo notare, agli autori. Fortunatamente con successo.
Insomma premere oltre ogni misura, caricare di gravità, esasperare la densità del tessuto espressivo rischia, paradossalmente, di far scemare la forza del racconto. Stanca o strazia il lettore e riduce la storia a un esercizio tragico.
Non è raro invece che il pathos emerga proprio nel contrasto, nelle alternanze di ritmo, scene, linguaggio, ispirazioni. E che, appunto, si giovi di una certa leggerezza che aleggia intorno.

In fondo l’opera letteraria è come un’altra opera d’arte, un dipinto, una fotografia. Ci sono primi piani, immagini di sfondo, minuscoli particolari seminascosti e evidenze esplosive, giochi di colore e prospettive…

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