contattami

spagnuoloirene@gmail.com
c.f. SPGRNI65R59F952U
p.iva 02428460030


domenica 23 agosto 2015

Overdose di metafore

Altroché se aiutano, le metafore. E spesso sono ‘bellissime’. Con la loro potente carica espressiva e la forza di sintesi hanno effetti portentosi nel testo.
D’altra parte grande ruolo, nell’alchimia della scrittura, hanno le similitudini, le allegorie e tutte le figure retoriche.
Non vi è dunque alcuna ragione per non farne uso. Anzi, è probabilmente impossibile evitarle! Nel tempo le richiamerò, una a una, non per analisi e lezioni impegnative, per piccole ma importanti riflessioni.
Trovo molto interessante il gioco-studio, delle metafore. Già, un esercizio utile, appassionante, stimolante. Vagare tra loro con il pensiero rafforza la nostra capacità di ‘cercare le atmosfere’, di rendere a parole una quantità di allusioni, rimandi, significati. In un romanzo l’intensità di certe frasi o passi non la troviamo forse nella pennellata perfetta di una metafora?
E’ l’abuso, se mai, a lasciare perplessi. Talvolta cela una sorta di forzatura di stile o un disperato tentativo di dare spessore e verve ‘visiva’ a un passaggio davvero morto. Ancora più frequentemente è il segnale evidente del terrore delle parole ‘semplici’: affidarsi a cerca ricchezza evocativa è un modo per sfuggire alla terribile sensazione che il significato del vocabolario non basti o sia inadeguato.
Una buona narrazione dovrebbe consegnare storia ed emozioni senza ricorrere continuamente all’aiuto di risorse d’impatto, sarebbe insomma meglio non trasmettesse la sensazione che l’autore più che raccontare sia andato all’affannosa caccia di elementi, astuzie, ricercatezze.
Paradossalmente se tutti sono fulmini e nessuno è veloce appesantiamo o impoveriamo il testo, no?

Nessun commento:

Posta un commento