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martedì 26 aprile 2016

Il ritmo

Il RITMO è definito dalla Treccani come ‘il succedersi ordinato nel tempo di forme di movimento e la frequenza con cui le varie fasi del movimento si succedono; tale successione può essere percepita dall’orecchio (con alternanza di suoni e di pause, di suoni più intensi e meno intensi, ecc.), o dall’occhio (come alternanza di momenti di luce e momenti di ombra, di azioni e pause, di azioni fra loro simili e azioni di diverso tipo, ecc.), oppure concepita nella memoria e nel pensiero’.
Accarezzare, scuotere, incalzare, travolgere…il ritmo esprime e trasmette uno stato d’animo, una visione, un intento, un sentimento. Può sedurre, scaldare, commuovere, inorridire. E’ facile pensare alla musica. Ma vale altrettanto per la pittura, la scrittura, la scultura, la cinematografia, per ogni forma di comunicazione. Perfino per il nostro modo d’essere.
‘Come un'onda libera ti porta via
Andamento lento questa melodia
Risonanze nere senza ipocrisia
Andare un po' più su
Libero
Magico e suadente questo ritmo che
Vibra sotto pelle eccitandoti’
La canzone di Tullio De Piscopo (Andamento lento) è una delle migliori ispirazioni che io conosca per il ritmo di scrittura. Tutto però va contestualizzato, come amerebbero dire taluni. Il senso è quello della relazione e dell’adeguatezza ovvero ogni genere letterario e ogni trama ha un ritmo ‘suo’. Talvolta è nell’armonia, altre nel contrasto.

La mia ricetta del ritmo è sul pentagramma delle emozioni a pelle…

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