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mercoledì 11 gennaio 2017

Chick lit: sentimenti in ironia

Quando gli anni ’90 hanno inaugurato la letteratura chick lit, grazie soprattutto ad autrici britanniche e statunitensi, la rivoluzione del classico romanzo rosa aveva il senso del tempo, dei cambiamenti culturali, delle tendenze post-femministe. Donne, spesso single e in carriera, diventavano protagoniste di racconti dal tono sentimentale ma dallo stile umoristico.
Negli anni il genere non si è fermato, si è anzi affermato. Anche in Italia, con molte valenti espressioni, dalla Casella alla Bosco passando dalla Bertola alla De Paoli o alla Cucciari, con sfumature e direzioni sempre più strettamente connesse alla realtà in divenire.
Con tagli e linguaggi irriverenti, con aperture agli argomenti sessuali, con un romanticismo on the road o con sfumature legate al mondo del lavoro, i libri del genere colgono la società al femminile nella sua essenza e nelle sue trasformazioni, il suo rapporto con la società al maschile, le evoluzioni anagrafiche del costume e delle scelte, il variegato spazio dell’amicizia, le manie e i sogni di eroine della storia quotidiana.
Talvolta c’è ironia, altre puro divertimento altre ancora introspezione ma quasi sempre sul filo di un flusso lieve, sciolto, frizzante.
Oggi si fanno largo prepotentemente autrici che cercano di sorridere anche della solitudine ma che, nello stesso momento, lanciano un amo. Alle altre donne, agli uomini, alla comunità di lettori: non è forse ora di tornare all’amore, alla comunicazione profonda, ai legami di affetto solidi e duraturi? Davvero non ci mancano? Sono autrici moderne, che non vogliono rinunciare al progresso eppure…sentono un vuoto di valori che non hanno più paura a confessare. Non si usava quasi più, accennare a valori andati perduti e invece eccoli, ricompaiono, coraggiosamente e appassionatamente.

Cosa e come vogliono essere le donne del 2017 in un libro della chick lit?

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