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sabato 22 aprile 2017

Qui e ora

La natura fa il suo corso, la primavera non si ferma, siamo noi che domani potremmo non esserci.

Questo è il contrario di una resa, al disegno del ‘destino’. Il nostro potere sulla vita resta enorme. Enorme. Solo che ha un solo momento per essere esercitato ed è adesso. Qui e ora. Già, oggi è il solo giorno che dovremmo conoscere, l’unico che possiamo vivere davvero.
Per quanti fiori possano essere recisi la primavera è nell’aria, sboccia ancora, colora il mondo. Per quanti dolori possano abbattersi su di noi, il respiro non cessa, a ricordarci che ci siamo e possiamo annusare la primavera.
Lui l’ha provato, lo smarrimento. Non aveva più voglia, così dice. Voglia di respirare e annusare. Solo che così non si riconosceva, allo specchio.
Improvvisamente gli sono tornate alla mente delle parole, le parole della vecchia nonna che suonavano dall’album dei ricordi: “goditela, la tristezza che ti capiterà, serve a farti rincorrere la gioia”.
Guai a confondere la tristezza, inevitabile alla sensibilità dell’animo, con il cinico disincanto o con la prostrazione. Ecco, lui stava scivolando fuori, oltre la tristezza, per questo non si riconosceva.
E allora ha pianto, tutte le lacrime della sua pena. Pianto, pianto. Fino a desiderare la gioia, a immaginarla, a invocarla. A sentirla. Sentirla nella primavera che non si ferma.

Ogni parola che ho cercato dentro di me è stata un fiore. Un fiore che non può essere tagliato.

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