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lunedì 25 settembre 2017

Fai 'sentire' quello che scrivi

Non è raro che mood e linguaggio di un libro giallo, di un sentimentale, di un fantasy, si
assomiglino... Il genere di appartenenza sembra insomma condizionarli troppo. Può darsi sia una scelta 'commerciale' cercare di avvicinarsi al taglio cui il lettore è abituato, che presumiamo si aspetti da quel libro. Oppure una sorta di schema mentale: nella casella noir infilo questo in questo modo, nella casella on the road quello in un altro modo.
A me raramente riesce a meraviglia questa rigorosa aderenza al genere. Francamente trovo molto più interessante cercare e interpretare l'anima, dell'autore e della storia, e caratterizzarli per le loro specificità.
Un ottimo 'trucco' è anche quello della musicalità. Il ritmo di un racconto esprime molto, moltissimo. Immaginate la narrazione come se fosse una voce, il suono di uno strumento o la melodia di un'orchestra. 'Sentire' le frasi, questa è la chiave cui tendo sempre. Vale per un romanzo, funziona per la comunicazione aziendale, è ottimo per una presentazione professionale. Toccare le corde emotive è essenziale.
Avete presente un discorso il cui contenuto teoricamente non vi interesserebbe granché ma è tenuto da una voce, con un tono e un carattere che rapiscono? Lo ascoltate eccome. È un po' la regola del fascino, che c'è e si esercita al di là dei canoni estetici.
Un'avventura, quella della scrittura è un'avventura. E nell'avventura si esce spesso, dalle strade battute e dalle prudenze. Sorprendere è già un po' coinvolgere!

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